AMMINISTRAZIONE COMUNALE IMPEGNATA CON L'ASSOCIAZIONE "LIBERA PRESIDIO ALTO MANTOVANO" PER PROMUOVERE UNA CULTURA DI VERITA' E GIUSTIZIA FRA I CITTADINI
Un silenzio surreale quello
che si percepisce nella sala civica di Pozzolengo quando la flebile,
ma decisa voce di Angelina Manca esce dagli amplificatori collegati al
cellulare di Lorenzo Baldo. Parla per poco più di 10 minuti
rispondendo con ostinata lucidità alle domande pronunciate con
estrema delicatezza da Sara Aldrovandi.
Di chi stiamo parlando ? Chi
sono questi nomi sconosciuti alla maggioranza dei lettori? Sono
persone come tante che il destino ha chiamato ad essere testimoni della
vita tragicamente conclusa del dottor Attilio Manca.
Attilio Manca è un medico,
un urologo, della provincia di Messina che nel febbraio del 2004
viene ritrovato cadavere nel suo appartamento.La procura di Viterbo
ritiene che si tratti di suicidio per overdose, ma si trovano solo
due iniezioni nel braccio sinistro ed il dottore è mancino. Troppi
sono anche i segni di trauma sul suo corpo che non poteva essersi
causato da solo con una semplice caduta. Della sua storia inizia ad
interessarsi Lorenzo Baldo, giornalista e vicedirettore di "Antimafia
Duemila"che ne scrive in un libro"La Mafia ordina :
suicidate Attilio Manca". Un testo che i volontari
dell'associazione Libera Presidio Alto Mantovano inseriscono nella
"Settimana della Corresponsabilità," giornate dedicate
alla sensibilizzazione dei cittadini nei confronti di una cultura
mafiosa. Iniziativa che coinvolge le Amministrazioni Comunali di
Pozzolengo, Ponti sul Mincio, Medole, Solferino e Castiglione delle
Stiviere. Presenti infatti anche il Vicesindaco di Pozzolengo Paolo
Degani, l'Assessore Paola Terraroli, la responsabile all'Osservatorio
della Sicurezza Maria Virginia D'Arco.
Fra i volontari di Libera,
Sara e Valentina, due coraggiose donne che instancabili incontrano
persone, enti locali, scuole, per invitare tutti ad un doveroso senso
di "corresponsabilità".
Le parole di Angelina
Manca-mamma di Attilio- sono lì, annullano i 1200 chilometri fra
Pozzolengo e Messina, aprono le menti ed i cuori più di tanti
programmi televisivi ed articoli di giornale.Obbligano a riflettere
su quanto immenso sia il dramma dei famigliari di una vittima della
mafia, di quanto inaccettabile sia il dolore quando manca la
giustizia e la verità. Di fronte a questa estenuante ricerca nulla
sono gli atti intimidatori, continua la sig.ra Manca che dichiara
:"Chi è dalla parte della verità non ha paura di nulla".
Sara e Lorenzo continuano
poi il loro intervento affermando con vigore che la cultura mafiosa è
profondamente radicata anche nei territori bresciani e mantovani, che
il volto dei "colletti bianchi" si afferma imperioso
proprio qui. Fanno riflettere quando citano le parole del giudice
Nino Di Matteo secondo cui non bisogna considerare una mafia separata
fra Nord, Centro e Sud, ma un'unica mafia nazionale lungo l'asse
Palermo, Roma, Milano.
Serata che lascia il segno,
peccato per la ridotta presenza da parte della cittadinanza : pochi i
giovani invitati anche attraverso le scuole, pochi i genitori e gli
educatori. Anche se Sara incoraggia "Non abbiamo bisogno di
pacche sulle spalle, siamo adulti, andiamo avanti perchè è una
nostra responsabilità, perchè è giusto".
Con queste parole la serata
si conclude lasciando in ognuno dei presenti un prezioso nuovo germe
da coltivare.
Nessun commento:
Posta un commento